giovedì 21 giugno 2012

Secondo giorno dell'esame di Stato

Secondo giorno: prova di matematica. Difficile (a detta degli studenti con i quali sono riuscito a parlare), ma su argomenti importanti e rilevanti, non su contenuti di secondaria importanza (a detta degli insegnanti di matematica con cui sono riuscito a parlare...).

Gli studenti sono uno spasso. Agitati, spaventati, ma sorridenti; inquieti, intimoriti, ma solidali; forse consapevoli dei propri limiti (ma non è questo, dopo tutto, il punto di avvio di ogni ricerca?), ma fiduciosi... Di cosa siano fiduciosi non oso pensare, ma li vedo così: pieni di speranza.

Anche oggi ha funzionato alla perfezione il plico telematico. Che l'Italia stia davvero migliorando e si sia avviata sulla strada della serietà? Chissà, di questo esame, magari, ricorderemo soprattutto questo: esame 2012, inizio dell'era tecnologica per la burocrazia italiana...

A presto!

2 commenti:

  1. ricordo benissimo il giorno della mia seconda prova, talmente tanto bene che ancora adesso, quando me la sogno, mi sveglio ancora d'improvviso e con l'ansia...
    ricordo anche la fiducia che avevo subito dopo aver consegnato quella mazzetta di fogli protocollo... ancora adesso non saprei dire in cosa speravo, di che cosa fossi fiducioso. Però c'era, e a distanza di 5 anni sento sinceramente di aver perso gran parte del carico col quale ero partito.
    Mi mancano gli insegnanti come lei; non tanto per la qualità e professionalità del suo lavoro (tanto ormai gran parte delle sue fatiche -almeno per quanto mi riguarda- si sono perdute nei meandri della mia debole memoria), ma perché avere a fianco ogni giorno qualcuno in grado di renderti fiducioso era l'insegnamento migliore che si potesse avere...
    ... e a distanza di 5 anni professore, non ho più trovato nessuno in grado e con la voglia di insegnare un' "illusione".

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  2. Caro Lucas, grazie per le belle parole... La nostalgia del liceo ti accompagnerà sempre, perché è parte del momento più bello della tua gioventù, perciò quando penserai a questa con malinconia, non potrai che ripensare ai momenti lieti (anche se funestati dai compiti e dalle interrogazioni) della scuola. E' così, c'è poco da fare. E' una legge della vita. Quando siamo a scuola la subiamo e magari la malediciamo, ma basta che passi 1 anno dal diploma che ci rendiamo conto della bellezza e della magia perduta di quegli anni... Hai letto "Come un romanzo" di Daniel Pennac? L'autore vi afferma una verità sacrosanta: leggere equivale ad amare. Si legge se si ama la lettura, se si amano i libri. Si può insegnare ad amare? No, evidentemente; ma si può, almeno, comunicare l'amore, e sperare che, osservando la passione dell'insegnante innamorato, in qualcuno sbocci lo stesso sentimento. Cerca, Lucas, continua a cercare e non stancarti mai di farlo! Un caro saluto!

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